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Cos'e' una pianta carnivora?
Una pianta e' definita "carnivora" se e' capace
di attirare, catturare, uccidere e digerire
forme di vita animale.
Ci sono molte piante che compiono alcune di azioni,
ma non tutte, e che quindi non sono chiamate carnivore. Per esempio
i fiori attirano gli animali (insetti, uccelli,
e altre creature... perfino gli uomini, no?); alcune
piante intrappolano temporaneamente gli insetti
per permettere una impollinazione piu' efficente
(alcune orchidee per esempio); piante come per esempio quelle
appartenenti ai generi americani Ibicella e Proboscidea intrappolano
e uccidono gli insetti con le loro foglie appiccicose (ma non
digeriscono le prede); tutte queste piante assorbono i nutrienti
tramite le radici o le foglie... insomma, anche se queste
piante fanno alcune delle cose che fanno le piante carnivore,
esse non rispondono a tutti i criteri necessari alla loro
definizione come piante carnivore.
Negli ultimi anni si e' iniziato a capire che in natura le
cose non sono esattamente o bianche o nere
come si preferirebbe che fossero. Per esempio ci
sono delle piante appiccicose che ospitano delle blatte che
gironzolano tra le foglie nutrendosi di cadaveri
di insetti morti. Questi mostriciattoli poi fanno le
cacchine sulle foglie e le foglie assorbono nutrienti
da questi bocconi prelibati. Altre piante, per esempio,
si affidano a digestione esterna da parte di batteri.
E in questi casi, che termini potremmo usare? Casi
di piante semicarnivore? Subcarnivore? Quasicarnivore?
La natura forma dei continui
che non sono facilmente classificabili, quindi
teniamo solo a mente quello che abbiamo detto prima.
Una pianta carnivora pura e' esclusivamente una pianta
in grado di attirare, catturare, uccidere ed assimilare
prede animali.
Cosa rende le piante carnivore diverse dalle altre?
In verita' molto poco. Sono esattamente come
le altre piante, tranne che per il fatto di possedere delle
capacita' che, nel loro insieme, permettono al queste piante di essere carnivore.
Altre piante hanno alcune di queste caratteristiche, ma non tutte insieme.
Le abilita' di cui parlo sono la capacita' di attirare una
preda e di intrappolarla, la capacita' di ucciderla e
successivamente digerirla e assorbire nutrienti.
Altre piante, non carnivore, usano profumi e colori per attirare
e pure catturare gli insetti, o possono avere veleni contro i parassiti,
oppure molecole con proprieta' digestive, e strutture per
assorbire i nutrienti, come radici e foglie. Diciamo che
le piante carnivore hanno la caratteristica di combinare
tutte queste abilita' in un modo particolarmente interessante.
Alle volte mi viene chiesto "qual'e' il ciclo vitale di una
pianta carnivora?"... bhe, la risposta e' che e' identico
a quello delle altre piante, appunto perche' le carnivore
non si differenziano poi cosi' tanto dalle altre piante.
Ci sono fiori che producono semi, semi che in settimane
(o mesi) producono delle piantine, che poi crescono e
fioriscono di nuovo. Alcune carnivore hanno, come molte
altre piante non carnivore, la capacita' di moltiplicarsi
vegetativamente, per mezzo di propaguli, getti laterali,
eccetera. No, davvero, il ciclo vitale di una carnivora
e' davvero una cosa semplice e comune.
Ma le piante carnivore sono autotrofe o eterotrofe?
Questa e' una di quelle domande specifiche e semi-tecniche
che mi giungono ogni tanto e mi pare di poter dire che
facciano parte dei compiti per casa di scienze di qualcuno.
Se doveste far parte di questa categoria, non copiate di
sana pianta la mia risposta. Vi assicuro che sareste
beccati dal vostro insegnante. (Scommetto che non sapete
nulla della rete internazionale di comunicazione tra gli
insegnanti, vero? Io un permesso speciale per accedervi
e fare in modo che non possiate imbrogliare con i vostri
compiti per casa e farla franca). Quindi, rispondete
con parole vostre!
Autotrofa e' una forma di vita che puo' vivere
accontentandosi di molecole molto semplici che non
sono precedentemente metabolizzate da altre forme di vita. Le piante
normali (non carnivore) sono chiaramente autotrofe,
in quanto hanno bisogno solo di acqua, CO2, luce e
di minerali per crescere e riprodursi.
Eterotrofa e' una forma di vita che ha bisogno
di molecole organiche complesse precedentemente
metabolizzate da altre forme di vita.
Gli animali (te compreso) sono tutti eterotrofi. Molti
batteri sono eterotrofi. Alcune categorie di piante (saprofite e parassite)
sono eterotrofe.
Ok, e le carnivore?? Senz'altro le piante carnivore
beneficiano delle molecole organiche che recuperano
dalle loro prede, quindi questo potrebbe farle sembrare
eterotrofe. D'altra parte, vari esperimenti condotti su
piante carnivore in laboratorio hanno dimostrato che
queste piante crescono anche se non sono nutrite. Certo,
senza insetti crescono meno, sono piccole e sembrano
debolucce, producono anche meno semi, pero' sopravvivono.
Quindi non hanno proprio bisogno di molecole organiche.
Occupano, diciamo, una zona al confine tra le forme
di vita autotrofe e quelle eterotrofe, ma sono per
lo piu' autotrofe come il resto delle piante.
Se vuoi fare bella figura, visto che parli di "eterotrofo"
e "autotrofo", associali a termini come "obbligato" o
"facoltativo" (prima magari guarda cosa significano).
Quante piante carnivore esistono?
La famosa "Venus acchiappamosche" o dionea, e' solo una
delle numerosissime specie di piante carnivore esistenti
al mondo. Sono state descritte quasi 600 tra specie e
sottospecie di piante carnivore (anche se alcune di queste
si sono recentemente estinte). Il genere con il piu' alto
numero di specie e' il genere Utricularia, con piu' di
200 specie.
Esistono molti
altri generi, e una lista e' disponibile
cliccando qui.
Ho anche preparato uno schema tassonomico di tutti i generi
carnivori divisi per Ordine e Famiglia. Dacci un'occhiata
cliccando qui,
ti renderai conto di quante siano le piante carnivore!
Qual'e' la pianta carnivora piu' grande e impressionante?
Dipende da qual'e' il significato del termine "grande e impressionante".
In parole povere penso che le piante carnivore piu' grandi appartengano
al genere tropicale Nepenthes - queste piante rampicanti possono formare grovigli
di foglie e trappole lunghi anche decine di metri. Oltretutto, le piante
di questo genere sono quelle che formano trappole in grado di catturare
le prede piu' grandi, fino ad arrivare alle rane. Ci sono notizie di
catture anche di topi e uccelli, ma sono sicuramente casi in cui la
preda era gia' debole o malata.
In un altro senso, la pianta piu' "impressionante" potrebbe essere la
dionea, in quanto e' l'unica che mostra un muovimento cosi' netto,
cosi' rapido, in grado di catturare un insetto in un battito di ciglia.
Le trappole in assoluto piu' rapide sono quelle del genere Utricularia,
che riescono a succhiare una preda all'interno dei loro piccoli
otricoli in meno di un trentesimo di secondo. La trappola di sicuro
piu' complessa e' quella del genere Genlisea, impossibile anche da
descrivere senza disegni.
Che cosa mangiano le piante carnivore?
Questo dipende da dove vivono. Molte piante carnivore, quali Utricularia e Aldrovanda,
vivono con le proprie trappole sommerse dall'acqua. Queste piante catturano prede molto
piccole come rotiferi e dafnie e anche prede acquatiche piu' grandi come le larve delle
zanzare. Talvolta anche gli avannotti possono venire intrappolati. E'
abbastanza evidente che le trappole acquatiche del genere Genlisea siano specializzate
alla cattura dei protozoi! Per quanto riguarda l'ambiente terrestre, pinguicole e drosere
di solito catturano insetti volanti come moscerini, mosche e falene. Le piante ad ascidio
(Sarracenia, Nepenthes, Cephalotus ecc..,) catturano insetti che vi
cercano del nutrimento, soprattutto mosche e formiche. Le dionee catturano ogni tipo di
insetto strisciante -le mie banchettano in particolare a base di ragni, ma senza dubbio
le piante in natura hanno una dieta differente.
Ci sono alcuni esempi di catture di vertebrati, come ratti e uccelli. Le piante carnivore
di cui si parla in questi casi sono le Nepenthes, le piante carnivore tropicali.
Queste sono tuttavia rare sorprese e i vertebrati non sono quasi mai il normale tipo di preda (qualsiasi
ratto o uccello che non sia in grado di sfuggire, a furia di morsi o di beccate, da una Nepenthes,
deve essere probabilmente malato o in fin di vita per altri motivi). E' gia' piu'
comune osservare la cattura di rane, ma anche questo e' un caso abbastanza raro.
Come fanno le piante carnivore a digerire le prede?
Le piante carnivore debbono possedere una fonte di enzimi per digerire le prede.
Alcune piante carnivore sono in grado di produrre questi enzimi. Ad esempio le dionee,
le drosere, le pinguicole, e le piante ad ascidio come Sarracenia, Darlingtonia e Nepenthes,
producono tutte i propri enzimi digestivi. Dopo che la preda e' stata digerita, cio' che ne
rimane e' un ammasso disgustoso di pezzettini sbocconcellati che vi farebbe stare alla larga
dai pop-corn per un bel pezzo.
Altre piante carnivore sfruttano la produzione degli enzimi opportuni da parte dei batteri.
In questo caso non e' la pianta stessa a secernere i succhi digestivi. Il cibo semplicemente
marcisce e le piante carnivore ne assorbono le molecole cosi' decomposte. Molte piante, come
ad esempio Sarracenia (e in particolare Sarracenia purpurea) si affidano sia ai propri enzimi
sia a quelli prodotti dai batteri. A proposito, le simbiosi con batteri sono molto frequenti
nel regno animale - le termiti hanno, nei propri visceri, dei batteri che le rendono capaci di
digerire il legno; gli uomini stessi ospitano il batterio Escherichia coli nel proprio intestino
per essere aiutati nella digestione (almeno cosi' mi e' stato detto -non ne so molto della specie uomo).
Un terzo tipo di accorgimenti che alcune piante carnivore mettono in atto si basa su artropodi
come scarafaggi e insetti. Un caso piuttosto famoso e' quello di un tipo di scarrafoni
chiamati "blatte assassine" che vivono sulle drosere. Questi animaletti schifosi strisciano sulla
pianta e mangiano i poveri insetti che vi sono stati intrappolati. E' incredibile che le "blatte assassine"
non vengano catturati esse stesse. Questi vermiciattoli poi fanno la cacca sulle foglie e gli
escrementi vengono assorbiti dalla pianta. Gnam gnam!
Infine ci sono alcune specie di Nepethes che si sono spinte cosi' avanti in questa direzione
da diventare dei luoghi in cui gli uccelli fanno la cacca. Niente puo' darti la carica la mattina
come una splendida, gustosa cacchina.
Alcune persone si chiedono se le piante che si affidano a batteri, artropodi o uccelli
per aiutarle ad essere carnivore debbano essere veramente chiamate "carnivore". Dubito che
esista una facile soluzione a questa tediosa discussione. La natura ci offre un continuum di
processi e il tentativo di separare le cose all'interno di categorie ben definite non e'
sempre fruttuoso. Le distinzioni bianco o nero si trovano solo nei film tipo Guerre Stellari e
non nella realta'.
Hai qualche suggerimento per il mio progetto di scienze?
Ricevo spesso e-mail da studenti e insegnanti che si occupano di progetti scientifici.
L'esperimento di solito ha lo scopo di osservare qual'e' il cibo preferito dalle dionee
(l'elenco che mi e' stato dato include hamburger, carne di pollo, insetti a vari stadi di
decomposizione, patatine e cose del genere, pasti vegetariani, cibo per gatti, limonata,
ammoniaca, sabbia e sangue!). La nota triste di questi esperimenti e' che, dal momento
che le dionee non sono facili da coltivare, probabilmente tutte le piante stavano morendo,
a prescindere da quello che gli sperimentatori stessero ficcando nelle loro trappole.
Il cibo con cui venivano nutrite era del tutto irrilevante poiche' le condizioni di luce,
acqua e tipo di terreno erano tutte sbagliate. Inoltre, dal momento che le dionee crescono
lentamente, non sono l'oggetto di studio ideale per un esperimento che dura alcuni mesi.
Una pianta carnivora decisamente piu' adatta a questo tipo di progetti sarebbe una pianta
che cresce velocemente come le drosere. Vi suggerisco l'uso di una pianta chiamata Drosera
capensis. Queste piante sono facili da coltivare (o, per lo meno piu' facili rispetto alle
dionee) e crescono rapidamente.
Qualsiasi tipo di pianta voi usiate, non dimenticate di includere nell'esperimento
anche un "controllo", cioe' una pianta a cui non avrete fornito alcun tipo di cibo.
Se le vostre tecniche di coltivazione sono buone, questa pianta dovrebbe sopravvivere
bene. Le piante carnivore non hanno bisogno di essere nutrite, ma sembra che lo apprezzino.
Se la vostra pianta di controllo muore, non e' a causa del digiuno forzato ma piuttosto
il risultato di tecniche di coltivazione inappropriate.
Come fanno le piante a muoversi? Sono in realta' degli animali?
Tutte le piante possiedono alcune capacita' di movimento, che possono essere semplici
come il muovimento dovuto al fatto che la pianta si ingrandisce con la crescita. Nel caso
delle piante carnivore, tuttavia, il movimento puo' essere estremamente veloce e sorprendente.
Dal momento che le piante non hanno tessuto muscolare, come fanno? Le piante carnivore si
servono di due principali meccanismi di movimento. Il primo tipo e' quello con cui le
dionee chiudono le proprie trappole. Si basa su variazioni a carico delle pressione
dell'acqua. Quando la trappola viene attivata (in seguito al contatto con dei peli,
posti sulla superficie delle foglie, che fanno scattare la chiusura), le cellule
poste sul lato interno della trappola trasferiscono l'acqua sul lato esterno
della trappola -in pratica si afflosciano. Questo fa chiudere di scatto la
foglia. Il secondo tipo di movimento e' conferito dalla crescita cellulare -
i tentacoli delle drosere si inclinano verso la preda perche' le cellule poste
su un lato del tentacolo stesso crescono di piu' rispetto a quelle sull'altro
lato. Questo e' un processo che ricorda il meccanismo di funzionamento
dei nastri bimetallici nei termostati.
Il movimento, persino quello rapido, non e' una caratteristica esclusiva
delle piante carnivore. Probabilmente conoscerete piante, come la mimosa
(chiamata a volte la "pianta sensibile") che si muovono quando vengono toccate. Basta un lieve
tocco perche' queste ripieghino le proprie foglie e si accascino penosamente
sul terreno. (Il loro nome comune in Hawaiano significa "vergogna", [lo stesso
nome latino, Mimosa pudica, e' abbastanza indicativo n.d.t.]). Per inciso,
non tutte le piante carnivore hanno organi che si muovono rapidamente.
Molte di queste (per esempio le piante ad ascidio) catturano le prede
grazie al fatto di possedere foglie fatte a forma di ingegnosi contenitori
in cui gli animaletti possono addentrarsi ma da cui non riescono piu' a
sfuggire. Queste piante non hanno parti mobili!
Quindi potete vedere che anche se le piante carnivore sono veramente
sorprendenti, non sono creature di un altro pianeta! Sono piante che hanno
sviluppato comportamenti straordinari per sopravvivere.
Affascinanti, intriganti ed entusiasmanti, ma alla fin fine sono sempre piante.
Come fanno esattamente queste piante a catturare le prede?
Sei interessato ai dettagli cruenti eh? Ogni genere ha i propri
stratagemmi per attirare e catturare le prede. Ci sono pallini o
chiazze di colori molto vivi sulle trappole per attirare le prede.
Alcune piante emettono un profumo molto dolce. Ci sono poi delle parti
delle piante che possono essere appiccicose, scivolose, umide o con una
forma tale da rendere molto difficile la fuga alla preda. La presenza
di peli che sono inclinati verso il basso e la forza di gravita'
complicano la possibilita' di fuga per la l'innocente preda.
Se invece desideri conoscere i dettagli per quanto riguarda ogni
genere (e chi non li vorrebbe?) allora dovresti dare un'occhiata
alle descrizioni che ho stilato per ogni genere di piante (link
remoto sul sito di Barry clicca qui).
Per quelli con cuore robusto e con una speciale predilezione per
il macabro, ho preparato una sorpresina piccola piccola,
allacciate le cinture e cliccate qui.
Cosa sono tutti quei nomi in latino?
Termini come "quercia", "cipolla" e "violetta" possono andare
bene quando si e' al mercato o quando si chiacchiera con gli amici,
ma quando e' necessario discutere di piante (o animali) con un certo
rigore e con una dose di serieta', e' necessario usare i binomi Latini.
Il problema con i termini comuni tipo "topo" e "cane" e' che spesso
non esiste un termine comune per ogni animale. Al contrario, ogni
forma di vita nota alla scienza moderna ha un binomio latino che
la identifica. Un altro problema con i termini comuni
e' che spesso piante diverse o simili possono avere lo stesso nome.
Per fare un esempio, abbiamo decine di piante simili che vanno sotto
il nome di "margherita" o centinaia di specie che vanno sotto il
nome comune di "muschio". Il binomio latino identifica una specie
in maniera univoca e inequivocabile.
Un esempio di binomio latino e' Homo sapiens, che e' la
specie a cui appartieni. La prima parte del binomio, "Homo",
identifica il genere. Il genere indica una categoria ampia che
include tutta serie di creature molto simili tra loro. Per esempio,
tutti i cani, i lupi e i coyote sono molto simili tra loro e
appartengono tutti al genere Canis. Tutte le quercie
appartengono al genere Quercus e tutti gli orsi, bruni,
polari e non, appartengono al genere Ursus. La seconda
parte del binomio latino e' "sapiens", e determina la
specie. La parte specifica identifica in maniera univoca i membri
dello stesso genere distinguendoli tra loro. In questo modo,
ad esempio il cane domestico (Canis familiaris) e' distinto
dal lupo (Canis lupus). Tutti gli uomini appartengono
alla stessa specie Homo sapiens (sebbene io personalmente
abbia dei dubbi a riguardo). Nei millenni passati esistevano altri
primati del genere Homo come ad esempio Homo erectus
e Homo habilis, ma sono oggi estinti.
Quando scrivi un binomio latino, il nome del genere va sempre
maiuscolo e quello della specie sempre minuscolo. Per essere
corretto devi sempre scrivere il binomio latino in italico,
come in Bromus tectorum. Se non c'e' possibilita' di
scrivere in italico, come per esempio mentre si discute in una
mailing list o via mail, si usa indicare un binomio latino includendolo
tra '_', come in _Bromus tectorum_. Quando si sta parlando di una
specie o di un genere e lo si e' nominato una volta, si puo'
successivamente sostituire il genere dalla sua iniziale puntata.
Quindi, se sto parlando di pini, e nomino Pinus ponderosus
posso successivamente scrivere P. edulis e P. aristata.
Su lavori scientifici e discussioni molto formali, potrai osservare
delle brevi sequenze di lettere vicino a un binomio latino, come
per esempio in "Vitis arizonica Engelm.". In questo caso
ci si sta riferendo alla pianta Vitis arizonica, una
vite dell'Arizona. Questa specie e' stata classificata e descritta
da uno scienziato di nome Engelmann. Il riconoscimento al suo
contributo e' appunto la sequenza di lettere "Engelm." dietro
al binomio latino di quella specie. A volte i binomi latini
cambiano (per esempio se qualche scienziato si accorge di una
classificazione errata). In questo caso, si usa una notazione
piu' complessa che prevede la menzione sia dello scienziato
che ha compiuto l'errata classificazione sia di quello che
ha rivisto il lavoro. Senza entrare in inutili dettagli, faccio
solo un esempio come in Clarkia epilobioides (Nutt.) Nels. &
Macbr.
Quindi, i meccanismi dei binomi latini funzionano cosi'. Il
significato dei nomi latini, poi, e' a volte affascinante.
Il genere Utricularia e' caratterizzato dalla
presenza di piccole sacche chiamate appunto utricoli. Il
nome specifico stesso e' a volte descrittivo. Per esempio
Utricularia pentadactyla ha fiori con cinque (penta, in greco)
petali a forma di dita (dactyla, in greco). La specie U.
nova-zelandiae non a caso cresce in Nuova Zelanda.
Altri nomi scientifici sono dati in onore a qualche persona.
Cosi' U. humboldtii. In questo caso un minimo di
conoscenza di latino aiuta nel capire il significato di
alcuni binomi interessanti. Peter Cole ha messo in piedi
una lista di termini botanici latini e del loro significato
(in inglese). Questa lista e' disponibile sulla pagina
di Chris Frazier, ci arrivate cliccando
qui.
Per finire, alle volte qualcuno prova a chiedersi come
puo' trasformare un binomio latino in forma plurale. Tipo,
se sto parlando di Pinguicula come faccio il
plurale? Pinguiculae? Pinguicule??
La risposta e' che non puoi! Pinguicula identifica
un genere botanico, un gruppo di piante. Quindi cercare
di pluralizzare un binomio latino e' semplicemente
assurdo e sbagliato. Se state scrivendo una frase
in cui vi verrebbe da scrivere un genere al plurale,
riformulate la frase e vi verra' meglio. Cosi' invece
di scrivere "ho visto molte Pinguiculae" usate
"ho visto molte piante di Pinguicula" oppure
"molte specie di Pinguicula".
Nota aggiuntiva (Fabio)
In inglese, come in italiano, esistono dei nomi comuni
per indicare le piante carnivore. Cosi' il termine "sundew"
indica una pianta del genere Drosera. Questi
termini possono essere usati senza le regole dei binomi
latini appunto perche' sono nomi comuni. Quindi si puo'
usare "Sundew" all'inizio di una frase e "sundew" in mezzo
alla frase stessa, e si puo' usare "a sundew" o "many sundews".
Purtroppo in italiano esistono alcuni nomi comuni per le
piante carnivore, ma questi nomi comuni sono quasi sempre
identici o molto simili al nome dei generi latini. Questo
causa equivoci, confusione e imprecisioni. Cosi' si vedono
frasi come "ho delle Dionee", usando la "D" maiuscola come
si trattasse del nome del genere.
Quindi, cerchiamo di essere chiari. Quando usiamo il nome
latino, usiamolo sempre e assolutamente con genere maiuscolo
e specie minuscolo e sempre senza cambiare alcuna lettera.
Quindi si puo' dire "ho delle piante di Dionaea".
Se invece si vuole usare il termine comune, ottimo, ma NON
usatelo mai con la lettera maiuscola. Quindi "ho delle dionee"
va benissimo. Di seguito do' una lista dei nomi comuni
delle piante carnivore in italiano. Se ne conoscete altri
speditemeli. Se una pianta non ha un nome comune, usate
allora solo il binomio latino, e corretto.
genere Drosera -> drosera/drosere
Dionaea muscipula -> dionea/dionee
genere Utricularia -> utricolaria/utricolarie
genere Sarracenia -> sarracenia/sarracenie
genere Pinguicula -> pinguicola/pinguicole
E per Darlingtonia californica, il genere Nepenthes
e le piante del genere Heliamphora? Semplice, usate solo
il binomio latino. Certo potete inventarvi un termine comune
tipo "le mie elianfore" oppure scrivere "hai visto che belle nepenthes"
ma sono tutte bestialita', tecnicamente parlando.
Un altro suggerimento, specialmente per i non-botanici.
Usare i binomi latini e' questione di utilita',
si usano per cercar di far capire a che pianta stiamo
riferendoci. Non e' questione di fighezza per
riempirsi la bocca di belle parolone da sciorinare. Quindi
se state parlando della dionea, ecco, fa assolutamente ridere leggere
frasi del tipo "Ciao, ho messo la Dionaea muscipula che mi hai spedito
sul bancone in fianco alla Drosera capensis. E' veramente
una bella Dionaea muscipula, spero di riuscire a moltiplicarla cosi'
presto avro' piantine di Dionaea muscipula da regalare in giro."
Insomma, una dionea e' una dionea. Inutile affaticarsi tanto, no?
Discorso diverso e' se si sta scrivendo una lista piante, un documento,
un articolo o se si sta parlando con dei principianti, per cui
anche il binomio completo e' piu' ufficiale e indicativo.
Con gli anni poi si acquista una specie di consuetudine per cui
si sa quando usare Dionaea muscipula anche in mezzo
a una frase qualsiasi e quando preferire dionea.
Perche' tutta 'sta rigidita' nell'uso dei binomi latini e tutte
queste regole su quello che si puo' fare e non si puo' fare? Perche'
anche nella lista USA e in giro la gente e' un po' tacchente su 'sta roba? Cheppalle!
Semplice. I binomi latini sono usati in ambito scientifico, con precisione,
da chi studia botanica o zoologia da tanti anni, per passione o per lavoro.
Il valore dei binomi latini risiede appunto nella loro precisione e univocita'.
Usare termini errati, o scritti male (tipo "dionea muscipula")
e' un tentativo sbrigativo di bruciare le tappe appropriandosi di un
linguaggio tecnico per sembrare degli esperti. Ma alla fine, anche
se nessuno lo fa notare, cio' che si ottiene e' l'effetto contrario
e cioe' che chi e' effettivamente esperto vi riconosce come dei
sempliciotti presuntuosi. Quindi, imparate queste regole, sono poche e semplici,
poi agite con buonsenso e modestia. Come in tutto il resto.
Che cosa s'intende con nomi complessi come Drosera binata multifida extrema?
A volte una pianta sfugge alla semplice classificazione tramite divisione
in genere e specie. All'interno della stessa specie, in natura si possono
presentare popolazioni varianti che sembrano essere significativamente
differenti dalla forma usuale della pianta. Se tali varianti non sono cosi'
diverse da giustificarne la classificazione come una specie completamente nuova,
possono essere definite come differenti sottospecie. Per esempio la Sarracenia
purpurea cresce in Canada e lungo tutto il lato orientale degli Stati Uniti.
I botanici non ci hanno messo molto a notare che le piante del Canada e degli
Stati Uniti nordorientali erano diverse da quelli degli Stati Uniti sudorientali.
Cosi' hanno chiamato la varieta' del sud-est Sarracenia purpurea subsp. venosa ("subsp."
E' una contrazione del termine sottospecie). In seguito a questo le altre piante -
quelle del Canada e degli Stati Uniti nordorientali-furono automaticamente chiamate
Sarracenia purpurea subsp. purpurea. (Si', lo so che in questo caso particolare
la vera storia e' stata piu' complicata di cosi'. Seduto!) Notare che il nome
delle sottospecie per questa varieta' e' solo una ripetizione di quello della
specie. La sottospecie non e' l'unica sottocategoria che potreste trovare. Ci
sono anche le "varieta'" o le "forme". Ad esempio, alcune varieta' di Drosera
binata (binata=dalle foglie biforcute) producono foglie con molte ramificazioni,
da cui la Drosera binata var. multifida. Una forma rara ha un gran numero
(piu' di 16) di estremita' fogliari ed e' chiamata Drosera binata var. multifida f. extrema.
Fate attenzione che ci sono regole ben precise per l'attribuzione dei nomi latini
e non potete semplicemente inventarli ogni volta che volete. I nomi latini botanici
devono venire pubblicati su una rivista scientifica prima che ne venga
riconosciuta la validita'. Coloro che hanno coniato ufficiosamente
nuovi nomi pseudo-latini hanno causato un'immensita' di problemi agli
orticoltori e anche agli scienziati.
Ci sono associazioni riguardanti le piante carnivore a cui posso aderire?
Se volete mettervi in contatto con altri coltivatori, l'adesione ad organizzazioni
di una certa rilevanza e' un passo fondamentale in questa direzione.
Nota (Fabio)
In Italia esiste l'AIPC, o Associazione Italiana Piante Carnivore, una
giovane associazione che raggruppa tutti i coltivatori italiani. Informazioni
dettagliate su questa associazione, sull'iscrizione e sulle risorse disponibili
in rete (e non) sono riportate sul sito ufficiale dell'AIPC, che e' AIPCnet,
indirizzo http://www.bio.unipd.it/AIPCnet/.
Se vi interessa espandere i vostri contatti al livello mondiale dovreste aderire alla International
Carnivorous Plant Society (ICPS) che e' la maggiore associazione che riguardi le piante carnivore.
Essa pubblica la rivista Carnivorous Plant Newsletter (in Internet la vedrete spesso citata con
l'acronimo CPN). Nel sito web (http://www.carnivorousplants.org)
troverete anche le istruzioni per l'adesione.
Ho stilato un elenco disponibile in rete di varie associazioni per aiutarvi nella consultazione.
L'elenco e' disponibile cliccando qui.
Qual'e' il ciclo vitale di una pianta carnivora?
OK, vi confesso che questa domanda mi lascia un po' perplesso e la includo
solo perche' mi viene posta spesso tramite internet. Non so quasi che
cosa dire a parte l'ovvio, ma lasciatemi fare del mio meglio per
tentare di rispondervi.
Le piante carnivore, incluse le dionee, hanno "cicli vitali" proprio
come le altre piante a fiore. Questi sono gli stadi principali:
- 1. Un seme germina.
- 2. La pianta cresce fino alla maturita'. Per alcune piante basta
meno di anno, mentre per altre sono necessari anche parecchi anni.
Le dionee impiegano circa 4 anni per la maturazione.
- 3a. La pianta fiorisce, viene impollinata - di solito da insetti,
ma talvolta anche dal vento - e produce semi. I semi cadono a terra.
Torna al punto 1.
- 3b. La pianta si puo' anche riprodurre vegetativamente.
Per esempio le dionee producono delle plantule addizionali
(o secondarie) alla base della pianta principale. Queste plantule
si ingrossano. Ritorna al punto 2.
E' questo che volevate sapere?
Ricevo anche spesso degli e-mail in cui si chiede "Come si riproducono
le piante carnivore?" Lo fanno proprio come le altre piante! Fanno
fiori che successivamente producono semi. Le piante mature si dividono
spesso in maniera asessuata. Un germoglio laterale si sviluppa e ben
presto una rosetta singola diventa doppia. Col tempo si dividono
completamente. Questa e' normale amministrazione per le
piante-niente di misterioso. Talvolta si formano delle plantule
sullo stelo dei fiori. Questo strano fenomeno e'
chiamato "falsa viviparita'" da quei botanici che
sono abbastanza secchioni da essere in grado di
sciorinare la differenza tra "pubescente" e "puberulento".
Le piante carnivore hanno proprieta' farmacologiche (medicinali)?
Questa domanda, sebbene apparentemente semplice, e' foriera di argomenti controversi.
Lasciate tuttavia che la schematizzi in quattro componenti principali.
- 1) Si usano le piante carnivore nella medicina o nella farmacopea occidentali?
- 2) Ci sono farmaci non ufficiali o "alternativi" basati sulle piante carnivore?
- 3) Esiste un uso storico delle piante carnivore a scopo curativo?
- 4) Posso usare le piante carnivore per "sballare"?
Anche questo gruppo di domande e' controverso. Per esempio in quali
casi un farmaco dovrebbe essere incluso nella categoria
della farmacopea ufficiale piuttosto che in
quella dei farmaci alternativi? A dire il vero
potrebbe entrare in gioco il fattore dell'imperialismo
culturale quando per esempio tentiamo di classificare un
composto ampiamente usato in India, ma non registrato negli USA.
Nonostante cio' proviamo a raccapezzarci brevemente tra tutti
questi punti (e ricordatevi che il "Dr" davanti al mio nome
non ha niente a che vedere con la medicina, sia essa
per gli uomini o per gli animali).
1) Medicine occidentali
Se pensate a che effettiva fabbrica chimica sia
una foglia mucillaginosa di piguicola potrete capire come mai
parecchia gente pensa che sia un buon posto per trovarvi
potenziali droghe. Purtroppo, per quanto ne so, le piante
carnivore non sono state usate nella medicina negli Stati Uniti.
Ho sentito parlare di sporadici casi di prodotti europei che contengono
al loro interno anche estratti di piante carnivore, ma queste sembrano
piu' i soliti trucchi, come l'uso di estratto di Drosera rotundifolia nelle
gocce per la tosse. Non sembrano avere alcun valore al di la' del
permettere un disegno carino e un'astuta operazione di marketing.
2) Medicine "non testate" o "alternative"
Sento parlare di usi curativi che non sembrano essere stati sottoposti
a test di laboratorio per verificarne l'efficacia. Ad esempio,
Lewis & Elvin-Lewis (Medical Botany, John Wiley & Sons, 1977) riportano
che la Drosera burmannii e' stata usata nella medicina hindu come agente
lisciante (contro le irritazioni della pelle).
La tragedia dell'AIDS e del cancro e l'idea che nuovi farmaci non
vengano messi a punto abbastanza velocemente ha portato molta
gente a rivolgersi a sostanze medicinali che non sono state
sottoposte ai soliti e sostanziali ostacoli (che alcuni definirebbero
inutilmente ostruzionisti) per arrivare alla registrazione
farmaceutica. Queste formulazioni vengono vendute come "integratori
dietetici" o sotto altre denominazioni altrettanto poco stringenti.
Conosco un composto chiamato Carnivora che rientra in
questa categoria. Ho criticato Carnivora in passato a
causa delle tattiche terroristiche sul cancro e sull'AIDS
di cui un sito web si serviva per venderlo. Tuttavia ho parlato
con un distributore statunitense e sono convinto che egli segua,
fortunatamente, un tipo di approccio piu etico. Per quanto
riguarda la sua efficacia, sospendo il giudizio-e' garantito
come buono per ogni tipo di disturbo e, se non altro,
potrebbe avere valore come interessante placebo. (E gran parte
dell'efficacia dei farmaci e' da attribuirsi a questo
potente effetto). La Dionaea muscipula e' impiegata
nella preparazione. Mi e' stato detto da questo
distributore statunitense che tutte le piante utilizzate
nella fabbricazione del composto sono propagate
artificialmente e non raccolte sul campo.
3) Usi storici
I vecchi erbari elencano un numero di usi per le piante carnivore.
Culpeper's Complete Herbal (Nicholas Culpeper, 1616-1654) dice
della Drosera anglica: "Il sole la domina ed e' sotto il segno del
Cancro. Le foglie, spellate ed applicate sulla pelle, la abradono e
fanno uscire quelle infiammazioni che sono piu' difficili
da eliminare. Il succo distrugge le verruche e i calli
se trattati frequentemente con una piccola quantita' di esso.
Fiorisce in giugno e successivamente le foglie sono piu' adatte al raccolto".
Il testo American Medicinal Plants (Charles Millspaugh, 1892) riporta
che i nativi americani degli Stati Uniti orientali utilizzavano
una poltiglia ricavata dalla Sarracenia purpurea subsp. venosa come
rimedio contro il vaiolo: "le cui radici forniscono il migliore
rimedio conosciuto per quelo terribile flagello, il vaiolo.
Devo ricordare che, per quanto riguarda la mia esperienza
personale, questo preziosa radice non solo ha salvato la vita
di mio fratello, ma il suo uso e' anche in grado di eliminare
del tutto le sgradevoli pustole comuni di questa malattia."
Si deve tuttavia notare che sperimentazioni, effettuate nello stesso
periodo, della stessa mistura si dimostrarono disastrose: "Questa medicina
e' stata esaurientemente provata da John Thomas Lane nella primavera
del 1864 allo Small-pox Hospital di Claremont, ad Alexandria, Va, per un
periodo di parecchie settimane, alla presenza di funzionari medici dell'ospedale
delle Terza Divisione, e ha dimostrato di non possedere alcun
potere curativo contro questa malattia. Lane fu considerato un
ciarlatano, perse piu' del cinquanta per cento dei casi di vaiolo
che gli erano stati affidati, piu' di quanti ne fossero stati
persi con qualsiasi altro trattamento."
Nello stesso libro, Millspaugh annota la citazione di Rafinesque
in cui si dice che il succo di drosera e' utilizzato "per distruggere
verruche e calli; con il latte, contro le lentiggini
e le scottature e' utilizzato in Sud America nella preparazione
di uno scriroppo contro l'asma." Millspaugh riporto' inoltre
che molti scrittori di testi medici ne raccomandavano
l'impiego per "tossi di diversa natura" collegate a "broncospasmi,
tisi e altre malattie malattie dei polmoni."
4) Come si fa a sballare con le piante carnivore?
Hah hah. Se fate parte di quei coglioncelli che mi scrivono delle
e-mail nei loro tentativi di usare le piante carnivore per sballare,
la vostra intelligenza non supera quella di un batterio. No, non potete
ottenere un effetto euforizzante o psicoattivo dalle piante carnivore.
Tuttavia, visto che sono qui per aiutarvi, vi consiglio quanto segue:
ponetevi con gli occhi molto vicini ad una foglia di Sarracenia purpurea
e osservatene i disegni intensamente per ore... guardatela piu' a
lungo che potete senza sbattere gli occhi, allora potrere "vedere"
il messaggio segreto sui Meccanismi dell'Universo.
Funziona anche meglio se vi ficcate le dita negli
orecchi e tenete la bocca aperta mentre lo fate--- questo
aumenta la vostra "Ricettivita' Cosmica" (poi ricordatevi di spedirmi
parecchi soldi per pagarmi 'sta dritta).
Per quanto riguarda gli non medici ed "etnobotanici"
delle piante carnivore, provate la prossima voce delle FAQ.
Grazie a Joseph Kinyon, Ken Skau, David Wales (Carnivora distributor)
per le informazioni che mi hanno fornito per stilare questa pagina.
Esistono degli usi etnobotanici delle piante carnivore?
Ahhh, certo che si'! Questo, tuttavia, non dovrebbe sorprendervi dal momento
che esistono parecchie centinaia di specie di piante carnivore! Qui sotto
ne ho elencati solo alcuni. Per inciso, in questa pagina parlo
di usi "etnobotanici" per indicare le applicazioni non di
tipo medico. Per gli usi a scopo medicinale, guardate alla pagina precedente.
Qui sono riportati alcuni etnobotanici delle piante carnivore:
cagliare il latte (Pinguicula, regioni settentrionali)
fare delle corde (Nepenthes ampullaria, Indonesia)
cuocere il riso a vapore (Nepenthes, Filippine)
uso ornamentale (Sarracenia leucophylla, San Francisco USA)
dolcificante per cibi (Byblis, Australia)
Acchiappamosche (Drosophyllum lusitanicum, Portogallo)---questo potrebbe essere solo un aneddoto
Sono sicuro di aver trascurato dozzine di altri usi
etnobotanici delle piante carnivore.
Ne conoscete uno? Scrivetemi un e-mail!
Le piante carnivore saranno in grado di tenere sotto controllo la mia popolazione di insetti?
Alcune domande molto frequenti sono le seguenti:
- 1) Le piante carnivore potranno tenere sotto controllo
le zanzare che dilagano nel mio giardino?
- 2) Le piante carnivore mangeranno le mosche in casa mia (o nella mia stalla!)?
Spiacente ma le piante carnivore non sono la risposta a
nessuna di queste domande. Per prima cosa, la questione delle
zanzare. Le piante possiedono nettari zuccherini che
attraggono gli insetti che amano gli zuccheri: mosche, falene,
farfalle etc..,. Occasionalmente una zanzara fuori strada puo'
venire catturata, ma le piante carnivore non riusciranno
nemmeno ad intaccare l'invasione da zanzare. A dire il vero,
la coltivazione di piante carnivore potrebbe addirittura
peggiorare i vostri problemi di zanzare perche' queste piante
devono essere coltivate con molta acqua. I sottovasi pieni
d'acqua sono dei fantastici allevamenti di zanzare.
Se vi capita di avere qualche mosca per casa di tanto in tanto,
una pianta carnivora piazzata al posto giusto potrebbe
essere d'aiuto, ma di solito quelli che vanno in cerca di
soluzioni bizzarre come l'uso di dionee hanno fin troppe
mosche tra i piedi per poterle eliminare con un paio di
piantine. Se state cercando di sbarazzarvi delle mosche
dalle vostre stalle, cercate una soluzione migliore.
I sistemi acchiappamosche che potere trovare
in commercio fanno piu' al caso vostro.
Infine, ricordatevi che molte persone investono tante
energie nel tentativo di coltivare queste piante cosi'
bizzarre eppure falliscono. Quello che e' probabile
e' che una pianta spinta per caso nell'angolo di un
negozio possa morire per trascuratezza.
(Devo far presente che alcune persone e alcune ditte
hanno provato ad inserire la pianta carnivora
acquatica Utricularia in stagni dove si riproducono
le zanzare. Non fatelo. Non ha mai funzionato e
l'Utricularia potrebbe trasformarsi in
un'erbaccia invasiva che causerebbe piu' danni
che altro al livello ecologico.)
Dovrei avere paura delle piante carnivore?
Dipende. Se sei piu' grande di una mosca (e onestamente
anche se non ti conosco di persona penso che tu lo sia)
non dovresti aver paura delle piante carnivore. Gli enzimi
digestivi prodotti da queste piante sono estremamente deboli.
Nonostante sia affascinante pensare a misteriose piante
che azzannano e divorano animali invece di restarsene la'
con le foglie al sole come le altre piante, questo tipo
di piante carnivore non esiste. Anche se tu dovessi cadere
in uno stato comatoso all'interno di un letto di piante
carnivore, la cosa piu' grave che potrebbe accadere
e' il fatto di aver spiaccicato alcune piante veramente
affascinanti.
Barry, posso scriverti? Come? Mi risponderai mai?
Ma certo, sono qui apposta!
... con un paio di consigli, pero'. Prima di tutto,
tieni presente che investo gran parte del mio tempo
nella cura di questo FAQ e sono quasi sicuro che
la domanda che vuoi farmi e' gia' presente
in questo FAQ, da qualche parte. Visto che il tempo che
dedico a questo FAQ sicuramente e' maggiore di quello
che dedico alle mie e-mail, la risposta che troverai
in questo FAQ e' di sicuro piu' dettagliata e completa
delle tre righe che riceveresti da me via e-mail. Quindi,
prima di scrivermi, leggi bene il FAQ. Secondo, diciamo
che "non mi stanno proprio simpatiche" le persone che
abusano della mia disponibilita' con domande trite e ritrite, mail lunghe
e inviate a raffica. A buon intenditor... Infine, ricorda che
ho anche una vita, ogni tanto sono in viaggio e comunque
potrei non essere in grado di risponderti prima di una
settimana o due. Pazienza.
Se, nonostante tutto questo, vuoi ancora scrivermi,
non c'e' problema, invia la tua mail a
bazza@sarracenia.com,
ti prometto una risposta in tempi brevi. Se per qualsiasi
ragione il tuo servizio di posta non mi permettesse di risponderti,
mettero' la mia risposta per te nel mio cimitero delle
mail (clicca qui).
Se non senti piu' mie notizie, e' probabile che la mia
risposta per te sia la'. Cercala e poi sistema i tuoi
settaggi della posta (per esempio, un problema frequente
e' che alcuni, come i membri di AOL o altri servizi
online, possono inviarmi posta ma poi hanno dei
settaggi che non permettono a me di rispondere loro...
un po' stupido ma succede).
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