Articolo Originale (Daniele Sottili, Luglio 2002)
I° caso: plantule sul fiore
In
questo primo caso cominciamo illustrando la situazione della pianta al momento in cui ha
prodotto il fiore: essa aveva passato l'inverno in una zona molto umida, vale
a dire nello spazio tra una finestra e controfinestra esposte a Sud, quindi
in una zona in cui la temperatura é difficilmente scesa sotto i 10 °C e
per la pianta un riposo invernale vero e proprio non c'é stato, c'é stato
solo un rallentamento dello sviluppo.
A causa della posizione esposta a Sud, con le
prime giornate di tempo bello a Marzo le temperature diurne nella zona della
pianta hanno subito un notevole incremento a causa dell'effetto serra
provocato dai vetri, la pianta ha sentito molto presto la primavera, di
conseguenza già ad Aprile aveva sviluppato lo stelo fiorale.
A
questo punto c'é stata la sorpresa, nel punto dello stelo in cui si
ramificano i fiori si stavano formando piccole foglie con trappole, un
fenomeno analogo a quello della Drosera rotundifolia var Corsica.
Per
sfruttare questo fenomeno ai fini della moltiplicazione é stato sufficiente
piegare delicatamente lo stelo fino ad interrarlo sul substrato facendo
spuntare solo la parte terminale, ecco come si presentava il tutto a questo
punto (inizio Maggio):
Per vedere meglio basta un click sull'immagine;
comunque si può già inquadrare la situazione: sulla sinistra si vede uno
stelo fiorale tuffarsi nella torba e sulla destra riemergere un
"ciuffo" costituito dai residui secchi del fiore e da alcune foglie
in formazione tra cui una più grossa delle altre.
E' interessante notare come la pianta, che nel
frattempo era stata portata fuori e quindi in una zona meno umida, abbia
prodotto un altro fiore che purtroppo non presentava plantule, ci sarà una
correlazione con il cambio di ambiente?
In seguito la nuova pianta, dotata tra l'altro
di diversi nuclei
vegetativi, stava crescendo, ecco delle immagini prese a due settimane di
distanza l'una da l'altra :
Ed ecco come si presentava in seguito la pianta-figlia
una volta che il "cordone ombelicale" ovvero lo stelo fiorale
era stato reciso perché ormai completamente annerito e la nuova pianta
trapiantata in un vaso tutto per lei, la trappola più grande in alto a destra
é di 1,5 cm e non é poco per una pianta nata da così breve tempo:
Ricapitolando, se ancora non ne avevate mai
sentito parlare, tra vari i modi per moltiplicare la vostra Dionaea c'é anche
questo della "piegatura" dello stelo fiorale che sfrutta il fenomeno
della nascita spontanea di plantule nel caso questa si verifichi; risulta evidente la rarità di questo
fenomeno dovuta anche alla pratica comune di recidere il fiore ai primi
sviluppi.
Comunque se tagliate il fiore per non
indebolire la pianta, provate ad aspettare che sia alto almeno 4-5 cm ed a ripiantarlo, potreste avere delle sorprese, come viene spigato qui
di seguito......
II° caso: plantule sulla talea di stelo fiorale
Stavolta il fenomeno ha riguardato un
tentativo di riproduzione da talea fatto "riciclando" lo stelo
fiorale tagliato; non conosco in quanti casi questo tipo di talea abbia
successo, ma per me é stato molto incoraggiante il fatto che la prima che ho
provato abbia dato subito risultati interessanti.
Stavolta
cominciamo a descrivere la situazione della talea: tagliata quando era alta
quasi 5 cm , operazione eseguita nella prima metà del mese di Aprile;
successivamente é stata messa prima su torba pura in una zona esposta a Sud
ma abbastanza riparata dal sole, dopo un mese e mezzo é stata rinvasata in un
mix torba-perlite e posta in una mini serra ad altissima umidità insieme ad
una Nephentes e ad un vaso di sfagno con altre due talee da foglia.
Ci
tengo a precisare che al momento di estrarla dalla torba per il rinvaso, la
talea non presentava alcun fenomeno di radicazione o sviluppo di nuove
plantule, in pratica dopo un mese e mezzo che era stata tagliata non aveva
avuto cambiamenti eccetto un leggero essiccamento della parte del bocciolo e
un leggero annerimento nel punto in cui era stata tagliata.
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Scusate la foto orrenda e sfocata, ma si
tratta di una parte ingrandita di un'altra immagine, quindi la qualità é
quella che é.
Spero solo di dare l'idea della
situazione: dopo oltre un mese dal taglio dalla pianta madre, la talea era
praticamente restata uguale, tra l'altro era messa in una torba di pessima
qualità (e lo si vede) ed é anche per questo che successivamente é
stata rinvasata in un composto a ph più basso (con torba buona e perlite,
per intenderci) e meno opprimente.
Comunque sia volevo solo dire che fino a
che non é stata messa nel nuovo ambiente non ha dato assolutamente segni
a parte quel leggero essiccamento nella parte superiore, come si può
vedere nella foto.
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Ecco come si presenta la
mini serra in cui é stata posta la talea, si trova riparata dalla siepe dal
lato Sud, e parzialmente da un'altra serretta sul lato ovest, ed il sole la colpisce direttamente solo in parte fornendole
all'interno una buona luce diffusa:
Vista da vicino si notano
le gocce di condensa nel lato interno del rivestimento, esse sono presenti in
abbondanza al mattino per poi ridursi progressivamente nelle ore più calde e
testimoniano che normalmente l'umidità interna é prossima al 100%.
Dopo un mese passato in "sauna" ecco
la sorpresa: la talea aveva sviluppato plantule sia in cima allo stelo che a
2/3 dell'altezza, mentre io mi aspettavo di veder spuntare qualcosa dalla
base.... Confrontate la foto con quella sopra: dove c'era solo un bocciolo
mezzo seccato a questo punto c'era un "ciuffo" di microscopiche
foglie!!
In
effetti anche la parte bassa della talea stava assolvendo il suo compito, infatti quando mi sono
deciso a togliere da lì la talea per metterla distesa su un letto di sfagno
(d'altra parte non potevo pretendere che le plantule crescessero per aria....)
ho avuto un'altra lieta sorpresa:
Infatti
si può vedere alla base della talea altre plantule in formazione (se non
vedete bene basta un click sull'immagine) e queste sono in realtà la cosa più
"normale" che ci si potesse aspettare da una talea, ovvero che dopo
un certo tempo che é stata messa a dimora produca nuove piantine dalla base.
In questa foto inoltre si distingue una micro trappola che si sta allungando
nella parte sinistra della foto; insomma in una sola talea ci sono state ben tre
zone di sviluppo!!
Di
seguito la talea é stata posta distesa su un letto di sfagno e parzialmente
coperta da esso; dopo una settimana nella nuova
collocazione é stata tolta molto delicatamente per vedere come si
presentava:
E'
possibile notare (specie se ingrandite l'immagine) come la plantula più in
basso abbia già iniziato a sviluppare una radichetta sostenendosi sulle fibre
di sfagno che la circondavano, e si intravede quindi la possibilità che le
nuove piante possano attecchire.......
Conclusioni
Resterà
ora da capire la causa di questi fenomeni, si tratta dell'ambiente umido, di
un "vizio" particolare di una pianta, di una anomalia singolare che
caratterizza uno stelo (come per esempio le foglie deformi)?
Effettivamente
se fossero fenomeni non casuali dovrebbero essere riproducibili e potrebbero
anch'essi essere utilizzati come un metodo alternativo per la moltiplicazione di
dionaea...
Personalmente
ritengo che la causa sia da ricercare nell'ambiente umido (al 100%) in cui
si é trovata la talea, ma per confermare questa ipotesi del fattore umidità occorre riuscire a
riprodurre il fenomeno, quindi sarà necessario riprovare a tenere talee di
fiore o piante
che stanno sviluppando lo stelo fiorale in ambienti carichi di umidità e vedere cosa
succede......
Buona coltivazione!
Articolo, testo e fotografie di Daniele Sottili, e-mail
wfpsot@tin.it. Grazie, Daniele.